La storia di Daniele racconta il percorso di un ragazzo capace di trasformare quel vento contro che lo ha condizionato dalla nascita in un’occasione per volare ancora più in alto con i suoi sci, oltre la paura e i limiti del destino.

SINOSSI

Daniele, non vedente dalla nascita e 25 volte campione del mondo di sci nautico, nel settembre 2023 chiuderà la sua carriera ai mondiali in California.

Vive dunque un periodo di transizione importante, che però è già in atto da qualche anno. Daniele infatti si sta facendo strada nella vita non solo come atleta: comunicatore e autore di due libri, presidente dell’Associazione Real Eyes Sport, è quotidianamente in prima linea per educare all’inclusività.

La sua missione è quella di aprire quante più porte possibile a chi è portatore di disabilità, le stesse porte che ha dovuto aggirare, scavalcare e a volte sfondare con tenacia durante il suo percorso di crescita. Lo fa attraverso lo sport, amico fraterno, e la formazione, che non riguarda solo i ragazzi e le ragazze ma gli interi nuclei famigliari. Perchè anche questi hanno bisogno di essere supportati ed educati a guardare oltre i luoghi comuni.

La storia di Daniele Cassioli non racconta solo il palmares del più forte sciatore paralimpico di sempre, ma il percorso di un ragazzo come tanti altri che ha fatto del proprio limite un punto di forza.

Un ragazzo capace di trasformare quel vento contro che lo ha condizionato dalla nascita in un’occasione per volare ancora più in alto con i suoi sci, oltre la paura e i limiti del destino.

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TEMATICHE

Lo sport ha subito messo Daniele a nudo, nei suo pregi e difetti, offrendogli la possibilità di giocare le sue carte senza pregiudizi e senza concedere alla sua disabilità un facile alibi.

Grazie allo sport ha imparato ad affidarsi agli altri, a gestire la frustrazione della sconfitta e l’ansia delle aspettative.

Dopo averlo conosciuto e amato così tanto, oggi Daniele si sente in dovere di presentare lo sport a quante più persone possibili, specialmente a quei bambini e quelle bambine che hanno meno possibilità d’incontrarlo. Lo sport ad oggi è infatti uno dei veri motori dell’inclusione. Gli sportivi paralimpici possono diventare campioni e star televisive quando 40 anni fa erano considerati handicappati che prativano attività nel disinteresse generale. Poi sono diventati disabili o diversamente abili e infine atleti paralimpici. Quella che può sembrare una semplice acrobazia lessicale incarna invece una piccola rivoluzione culturale che ha reso la montagna del pregiudizio un po’ meno ripida.

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NOTE DI REGIA

Sono trascorsi quasi due anni dal primo scambio di messaggi su instagram tra me e Daniele, ma ricordo nitidamente quel giorno. Confinato in casa perché positivo al Covid avevo finalmente avuto il tempo di leggere “Il Vento Contro”, acquistato mesi prima sotto consiglio di amici.
Da quel giorno sono stato a casa di Daniele, ho assistito ai suoi allenamenti, gioito per la vittoria degli europei, partecipato alle presentazioni del suo libro e condiviso decine di idee nelle nostre lunghe chiacchierate davanti a un panino o sulla strada per il centro sportivo.

Da questo è nato il trattamento qui presentato, un biopic sportivo intrecciato ad un romanzo di formazione, per restituire nel modo più autentico un ragazzo prima ancora che un campione o un cieco.

L’intera vicenda si svolge nel presente, ancorando lo spettatore tanto al racconto di come Daniele è diventato il più grande sciatore paralimpico di sempre quanto alle sue sfide attuali. I prossimi mondiali in California sono l’occasione per rivivere le sfide sportive e lo straordinario palmares di Daniele, mentre il suo impegno con i bambini e le bambine di Real Eyes Sport ci offre un assist per esaminare il parallelismo con l’infanzia del protagonista senza incorrere nel pericoloso espediente della ricostruzione.

Girare una storia come questa vuol dire comprimere diversi elementi avvenuti nel corso di una vita cercando di non depotenziarli. Ho scelto di farlo attraverso l’energia e le riflessioni di Daniele, lasciandolo muovere negli spazi che costituiscono il suo quotidiano (ogni locations individuata rappresenta un luogo dove Daniele esprime i suoi diversi talenti, il centro sportivo come il palcoscenico o un’aula scolastica). Il suo interesse verso la stand up comedy mi ha convinto a trattare momenti del racconto in una chiave non convenzionale, conferendo sicuramente al documentario un aspetto più moderno e riconoscibile, ed evitando di scadere in qualsiasi forma di pietismo.

Il documentario, al pari del suo protagonista, vivrà di grandi contrasti e inversioni di prospettiva. Come quel vento contro, che da ostacolo può diventare occasione.

Accendere una luce sulla vita di Daniele ci permette non solo di raccontare un’autentica storia di meritrocrazia, ma di mostrare le infinite ragioni che rendono la diversità una risorsa d’abbracciare. Attraverso la sua prospettiva unica condivideremo le difficoltà e le risorse che in questo viaggio lungo più di 30 anni sono servite a superare quella linea invisibile, ma ancora marcata, che divide chi vive una disabilità dal resto del mondo.

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